Il Latenium è chiuso
Per coloro che desiderano lasciarsi guidare attraverso l’esposizione permanente, è possibile noleggiare un’audioguida : vi racconterà 50’000 anni di storia in meno di un’ora !
Prezzo : CHF 5.-
L’uomo, il tempo, l’ambiente. Questi sono i tre assi, intimamente correlati, attorno ai quali ruota il discorso della mostra. Archeologi al lavoro, scoperte eccezionali durante gli scavi, ritratti dei nostri antenati : tutte piste che aprono la strada alla scoperta dell’archeologia.
Primo contatto con la discesa simbolica nel tempo, l’epoca medievale ci svela una grande ricchezza di oggetti legati all’architettura religiosa e civile, alla vita domestica, all’agricoltura, alla pesca, alle sepolture, e al commercio sul lago, come il sorprendente relitto di Hauterive con il suo carico di vasellame in faience e i suoi lingotti di ferro.
I Gallo-Romani organizzano e strutturano il paesaggio. Le terre neocastellane nascondono edifici importanti, come il mausoleo di Wavre e il palazzo di Colombier, i cui modellini svelano un’architettura imponente e di qualità. Mosaici, affreschi, busti in marmo, statuine di divinità : un nuovo stile di vita fa la sua apparizione, grazie al miglioramento delle techniche di costruzione e di riscaldamento.
Questo ampio spazio, aperto sullo stagno ittico del parco, è lo scrigno del più grande oggetto del Laténium : la chiatta gallo-romana di Bevaix, lunga più di 20 m. Qui sono presentati gli scavi subacquei, e due pirogue preistoriche, l’archeologia subacquea è uno dei punti di forza dell’archeologia neocastellana.
I Celti non erano unicamente dei guerrieri avventurosi : la virtuosità tecnica del loro artigianato è testimone di una civiltà raffinata. L’arte celtica rispecchia la loro natura : al contempo violenti e coltivati, intrepidi e inventivi. Questa dualità si esprime nello spazio con un doppio dispositivo, evocando il legame tra il mondo terrestre e quello celeste.
Con i primi villaggi, le società umane cercano di affermare le proprie radici. I grandi menhirs segnano l’appropriamento simbolico dei propri territori. In questo spazio circondato da un campo di grano stilizzato, vi accompagnano i vari rumori di sottofondo della vita quotidiana dell’epoca. Numerose vestigia organiche raccontano la vita quotidiana degli artigiani e dei contadini che si sono stabiliti sulle rive dei nostri laghi.
Sussistenza animale, sculture animali e dipinti sulle pareti delle grotte, la vita dell’epoca gira attorno all’animale, nella tundra ventosa. Le vitrine luminose che emergono dal suolo proteggono le tenui tracce che si sono conservate fino ad oggi : minuscole statuine di lignite, frammenti di proiettili e utensili in selce o in corno di renna, ocra.
In questo ambiente glaciale, accompagnati dai rimbombi di goccie attraversate in pochi passi i 25000 anni dell’epoca glaciale.
Ultima tappa del viaggio ia ritroso nel tempo, nella grotta di Cotencher riposano i più antichi resti umani della Svizzera : la mandibola di una donna di Neandertal morta circa 50000 anni fa. In fondo alla grotta, un minaccioso orso delle caverne vi osserva con la coda dell’occhio. Sul pavimento, una moltitudine di piccole vetrine retroilluminate diffondono una luce colorata, presentando gli animali che hanno accompagnato i primi uomini nel nostro territorio.
Il percorso termina con una serie di crani dal più recente al più antico, associati ad un utensile caratteristico di ogni specie dell’evoluzione umana : un coltello svizzero per l’uomo odierno, un burino per l’uomo di Cro-Magnon, un raschiatoio per l’uomo di Neandertal, un bifacciale per l’Homo erectus, un chopper per l’Homo habilis… e nessun utensile per l’Australopiteco, nonostante abbia probabilmente fatto uso alcuni oggetti molto semplici.